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Adeguamento dei fornitori alla NIS2: una priorità per le imprese
Con l’entrata in vigore della direttiva NIS2, le aziende non possono più permettersi di ignorare l’importanza della conformità alla cybersecurity, non solo al loro interno ma anche lungo tutta la catena di fornitura. Questa normativa, infatti, espande notevolmente il campo di applicazione della sicurezza informatica, includendo non solo le organizzazioni “critiche” ma anche i fornitori e i subappaltatori che supportano queste aziende.
Per molte imprese, quindi, la questione non è solo capire se saranno direttamente coinvolte dalla NIS 2, ma anche se, in qualità di fornitori, dovranno soddisfare questi standard per mantenere i propri clienti. Nel corso dei prossimi mesi diventerà cruciale per tutte le aziende valutare la propria posizione e verificare se, pur non essendo parte diretta dei settori definiti “critici”, potrebbero essere coinvolte indirettamente come parte della supply chain di chi invece è soggetto alla normativa.
La responsabilità condivisa lungo la catena di fornitura, un esempio
Come anticipato, la NIS 2 non si limita ai soggetti direttamente coinvolti, ma estende la responsabilità anche ai fornitori e ai subappaltatori. Questo significa che le imprese che forniscono servizi o prodotti a organizzazioni considerate critiche dovranno adeguarsi ai nuovi requisiti di cybersecurity. Questo aspetto è particolarmente rilevante per le aziende di settori che potrebbero non essere tradizionalmente associati alla sicurezza informatica, ma che giocano un ruolo essenziale nelle operazioni dei soggetti critici.
Ad esempio, una piccola azienda che fornisce servizi di manutenzione o supporto tecnico a un ospedale o a un’azienda del settore alimentare sarà comunque soggetta ai requisiti della NIS2. La vulnerabilità di un singolo fornitore potrebbe compromettere la sicurezza dell’intera infrastruttura del cliente, mettendo a rischio dati sensibili e la continuità operativa.
Conseguenze per i fornitori che non si conformano
Il mancato rispetto della NIS2 comporta rischi significativi. Prima di tutto, il rischio più immediato per i fornitori è la perdita di clienti. Le organizzazioni critiche, per poter rispettare la normativa, richiederanno ai loro partner commerciali di dimostrare conformità agli stessi standard di sicurezza. I fornitori che non saranno in grado di garantire questo livello di sicurezza rischiano di essere esclusi dalle partnership commerciali.
Inoltre, la mancata conformità potrebbe comportare anche sanzioni finanziarie. È importante sottolineare come l’impatto della NIS 2 non si limiti alla perdita di affari, ma possa estendersi a un danno reputazionale significativo. Le aziende che non sono in grado di garantire la sicurezza informatica potrebbero essere percepite come rischi per la catena di fornitura, rendendo difficile la possibilità di attrarre nuovi clienti.
Come muoversi per capire se si è coinvolti nella direttiva NIS2
Nei prossimi mesi, le aziende, soprattutto le PMI, dovranno quindi intraprendere una serie di passi fondamentali per capire se rientrano o meno nella direttiva NIS 2, anche indirettamente.
Il primo passo consiste nell’analizzare la propria posizione all’interno della catena di fornitura. Anche se l’azienda non opera direttamente nei settori definiti “critici”, è necessario identificare se si forniscono servizi o prodotti a clienti che, invece, rientrano tra i soggetti regolamentati dalla NIS2. Una mappatura accurata dei clienti e dei contratti in essere è essenziale per comprendere il grado di coinvolgimento. Per sapere quali settori sono coinvolti, leggi questo nostro articolo.
Successivamente, è importante procedere con una valutazione della propria sicurezza informatica. Le PMI dovranno verificare se i propri processi di sicurezza rispettano gli standard richiesti dalla NIS2, considerando non solo la protezione dei propri sistemi interni, ma anche la capacità di proteggere i dati e le informazioni gestite per conto dei clienti regolamentati. Se emergono delle lacune, sarà necessario implementare misure correttive per allinearsi ai requisiti.
Un ulteriore passo da compiere è stabilire un canale di comunicazione con i propri clienti per chiarire quali siano le loro esigenze e aspettative in termini di conformità. Le aziende dovranno dimostrare di essere pronte a rispondere alle richieste di audit e controlli che i loro clienti potrebbero dover effettuare per garantire la propria conformità alla NIS2.
Infine, sarà fondamentale monitorare in modo continuo le evoluzioni normative e mantenere aggiornato il proprio piano di sicurezza. Questo processo potrebbe richiedere l’assunzione di consulenti o l’adozione di strumenti software per la gestione della sicurezza e della compliance lungo la catena di fornitura. Agire tempestivamente consentirà alle PMI di proteggere i propri rapporti commerciali e mantenere la fiducia dei clienti, evitando così conseguenze economiche e reputazionali.
Iniziare ad informarsi per capire come agire
Alla luce di quanto esposto, è chiaro che la conformità alla NIS 2 non riguarda solo le aziende critiche ma si estende lungo tutta la supply chain. Le aziende che ignorano questa realtà rischiano di essere escluse dal mercato e di subire danni economici e reputazionali rilevanti. Nei prossimi mesi, diventerà fondamentale per tutte le imprese, anche quelle che non si considerano direttamente coinvolte, iniziare ad adeguarsi ai nuovi standard.
Il messaggio per i clienti è chiaro: la cybersecurity non è più una questione opzionale, ma una necessità per garantire la continuità operativa e proteggere il proprio business. Agire tempestivamente e dotarsi degli strumenti giusti per monitorare la conformità della supply chain potrebbe fare la differenza tra successo e fallimento in un mercato sempre più attento alla sicurezza.
Lo scorso 7 agosto il nostro Governo ha recepito la direttiva europea NIS2 e dal 18 ottobre scatteranno gli obblighi presenti nel decreto. Per saperne di più, leggi l’articolo NIS2, il Governo recepisce la direttiva. I punti chiave.